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Melologo
Percussioni/Tapes
[PTМеншу]

Sintesi

Per strumenti a percussione e tapes

"PT Menshu" è un melologo elettroacustico distopico che intreccia una storia di vita vissuta al dibattito sociale che vede scontrarsi un'opera brutalista all'ennesimo processo di americanizzazione, mettendo in luce pensieri e criticità inerenti la nostra attualità. Il testo da cui si sviluppa la performance racconta attraverso voci pre-registrate il confronto tra una coppia di giovani incastonati in un futuro-attuale, dove il distopico diventa realtà e viceversa. Attorno alle parole ruotano le composizioni musicali, scritte per strumenti a percussione e tape digitali. Le voci emergono e sommergono nel flusso musicale, si intrecciano ai suoni. Ogni frase contempla un pensiero autonomo, dipendente dal giudizio morale odierno. Nel flusso del racconto si intersecano momenti ora di cronaca ora di vita privata, o ancora momenti di “brutale realtà”. “Menshu” appartiene a un progetto artistico ben più ampio, chiamato "Prohibited Tapes”: PT si propone di esplorare le potenzialità estetiche e artistiche del rapporto tra uomo e macchina attraverso una serie di performance in cui musicisti dal vivo interagiscono con un elemento sonoro pre-registrato. A differenza del live-electronic, in cui i suoni elettronici si generano in diretta sulla base delle azioni dell’interprete, in Prohibited Tapes il rapporto dialogico tra interpreti ed elettronica si trasforma in una simulazione resa possibile dall’abilità dell’esecutore nel trovare piena libertà di espressione nel limite tecnico posto dalla macchina: “limitation is the mother of invention”.

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Programma:

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"Snack 2" di Manuel Geier (2022) 3’ TRIANGOLO

“Mentacide” di John Psathas (2018) 5’ RULLANTE

“A Cool Gadget” di Casey Cangelosi (2018) 5’ TAMBURO BASCO 

“Temazcal” di Javier Alvarez (2001) 8’ MARACAS

"S. Crotalus" di Gabriele Petrucci (2025) 11' CROTALI

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Durata ca. 33min

Libretto

Testi e soggetto:
Gianmarco Petrucci

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1. SNACK2 3'

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VOCE METALLOSA (telegiornale)
Il Monumento della città di Menshu, simbolo brutalista costruito nel 1981. Un taglio radicale con il passato, quanto il sistema politico utopico nato all’ombra del Cremlino. Oggi, a distanza di 100 anni la città è divisa tra chi vuole preservarne la memoria storica e chi lo vede come un ostacolo al progresso urbano.

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STUDIOSO (intervista)
Concepiamo gli edifici brutalisti e modernisti delle nostre città come gli antieroi dell’architettura moderna. Le proprietà immobiliari potrebbero talvolta essere viste come grandi blocchi prefabbricati tutti uguali,  ma in realtà c’è una ricca varietà nei loro design e nella pianificazione urbana. Molte di quelle strutture riflettono i sogni e gli ideali di un’epoca controversa. Noi cerchiamo di preservarli per aiutarci a capire ulteriormente l’Europa del dopoguerra dell’est, i suoi sogni, le sue utopie, i suoi fallimenti e i suoi successi.

 

ARCHITETTO del progetto commerciale (Ivan Vervis)

La Piazza Centrale è stata progettata come un organismo vivente i cui elementi sono interconnessi e interdipendenti proprio come, in senso figurato, gli organi di una creatura vivente. Vogliamo che il centro di Menshu si materializzi come una sintesi tra esigenze estetiche, artistiche, sociali, ingegneristiche, ecologiche e di altro tipo, infondendo il ricco passato storico della Bulgaria in uno sviluppo moderno.

Fine SNACK2

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G: Dai basta TV… comunque pesa sta storia del monumento… va beh, finirà come i soliti fatti di cronaca, un truffa del compimento.
 

2. MENTACIDE 5’

testo tradotto:

 

Menticidio: l'annientamento della memoria storica

 

una forma mortificante di amnesia storica e sociale ha preso il sopravvento

 

la violenza estrema e le disuguaglianze sono normalizzate

 

i marginalizzati sono considerati completamente “usa e getta”

 

perché? perché? perché? perché? perché? perché? perché? perché? perché? perché? perché? perché? perché? perché? perché? perché?

 

la truffa del compimento 

 

Fine MENTACIDE

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G: Maria! Hai ordinato tu queste tazze musicali colorate per fare colazione? 

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M: Sì, perchè?

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G: Lo sai che è un gioco pericoloso quello di sostituire il silenzio con il rumore… 

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M: Ma smettila… Volevo solo comprare qualcosa di nuovo, un nuovo prodotto, per sentirmi più felice… 

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G: Siamo circondati da inutili giocattoli per adulti…


3. COOL GADGET 5’ 

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Il conflitto che si sta svolgendo a Menshu non è solo una questione architettonica, ma una riflessione più profonda su cosa significhi l'identità culturale in un mondo globalizzato. l progetto in questione prevede la demolizione in parte del Monumento per fare spazio a una moderna struttura commerciale, che includerebbe un grande centro commerciale con nuovi ristoranti, negozi e attrazioni di ogni genere.  

Quanto è disposto a sacrificare un paese della sua storia per abbracciare il progresso? 

 

Fine COOL GADGET

 

G: Un insieme di “come” che si disperdono in un “cosa” che non capiamo… non capire… ma che bello è non capire??

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4. TEMAZCAL 8’

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[TELEGIORNALE – Voce maschile, tono formale]

La città di Menshu è teatro di un acceso dibattito riguardo al futuro del Monumento simbolo, costruito nel 1981 per celebrare l’anniversario della fondazione nazionale. La proposta di abbattimento per la costruzione di un nuovo centro commerciale divide cittadini e istituzioni.

 

VOCE FEMMINILE GIORNALISTA
Le autorità comunali sostengono che il progetto rappresenti un’importante occasione di sviluppo economico e modernizzazione urbana, sottolineando i benefici per l’occupazione e i nuovi servizi.

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POLITICO (conferenza stampa)
La riqualificazione di Menshu non è solo un progetto edilizio, ma un’occasione per rilanciare l’economia locale, attrarre investimenti e creare nuovi posti di lavoro. Il passato è passato, ma il presente è futuro.

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VOCE MASCHILE GIORNALISTA
Tuttavia, molti cittadini manifestano preoccupazione per la perdita di un importante patrimonio culturale e per l’impatto sull’identità collettiva della comunità.​

Costruito nel 1981 per celebrare i 1300 anni di storia Bulgara, la Piramide di Menshu rappresenta non solo un simbolo del passato socialista, ma anche una parte integrale dell’identità culturale locale.

Ma i cambiamenti sono nell'aria. Con la globalizzazione che ha travolto l'Europa orientale negli ultimi decenni, il partito ha preso il suo posto qui a Menshu modificando radicalmente il paesaggio urbano e culturale del nostro paese. 

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Monologo di G sul brutalismo:

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Ossature di città, corpi nudi che sfidano lo sguardo, che si mostrano senza vergogna, senza veli. L’armonia dell’inesatto. Geometrie che sfidano il tempo, superfici fatte non solo di materia.

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Sono idee scolpite nel grigio, un’eco di mondi che si sovrappongono, un canto sordo che si disperde…​

 

Quel cemento racconta storie, vite, verità che non vogliamo accettare perché non brillano, non si vendono, non si condividono.

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Brutalismo è guardare il mondo senza abbellimenti, accettare il suo lato più crudo, e sapere che proprio lì c’è vita.

 

Il grezzo cemento ci guarda: Non sorride. Non giudica. Esiste.

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VOCE DEL TG (fade in)

Il progetto “Pyramid Center”, il cuore della nuova città, è stato ufficialmente abbandonato.

Le risorse sono state tagliate, i lavori sospesi senza data di ripresa.

Tra la gente cresce delusione e paura: quel simbolo di imminente futuro sembra sgretolarsi, proprio come il cemento delle loro…

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Fine TEMAZCAL​​

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M: Visto Gian, dopo tutto, il vero fallimento è dimenticarsi di ascoltare,
cedendo al rumore del consumare.


Questi palazzi non sanno mentire: ti contengono, ti guardano, non sorridono, non giudicano, esistono. 


Forse questa storia ci lascia un frammento da custodire:
Andarsene. Senza discorsi, senza addii, alla ricerca di niente, ma di tutto.

 

G: Hai ragione Maria, ciò che ci resta è il “come”, le azioni non svolte sono il fallimento di quelle svolte.

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Forse questa storia ci insegna che il vero valore non è nelle mura, ma nelle relazioni, forse siamo soli tra tante persone.

 

Un’esplosione di tutto e niente.​
 

7. S. CROTALUS 11’

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G: ROBOTpadre, mi sembra di sfuggire alla quotidianità, come se vivessi in una dimensione parallela. 

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Parlo, tocco, interagisco, ma poi i significati si perdono. 

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Come se evitassi un qualcosa che non si può definire.

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RBP: Stai chiedendo troppo figliuolo…

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Sii abile, rincorri la massa nel labirinto di conversazioni chiuse e saturi colori.

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Quanto tra voi umani è vero, e quanto è solo apparenza?​
 

G: Intanto la città cambia, le strade che percorro si riempiono di suoni nuovi, di nuove voci, che non riconosco, che non capisco. 

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Parlano una lingua diversa dalla mia, una lingua artificiale. 

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ROBOTpadre, non si chiede mai se serve a qualcosa tutto questo? 

Se veramente questo grigio non nasconde colori?


RBT: Figliuolo, è come se volessi intralciare il cambiamento che sta fermentando, rimuginando su ciò che siete stati finora.

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Oramai è passato, un qualcosa che non vi appartiene più, qualcuno che non siete davvero.

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Mi chiedi se questo grigio non nasconda colori?

La gente non definisce i colori…

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G: Mi chiedo ROBOTpadre se nel voler omologarsi, non stiamo vendendo un pezzo di noi…

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Il problema del correre, correre sempre, senza mai fermarsi, è l'assenza di riflessione… di rifrazione. 

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E se fosse più importante il “come” del “cosa”?​
 

RBP: Figliuolo, quello che vi spinge avanti non è davvero ciò che desiderate.

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La cacofonia del progresso copre i canti delle vostre origini, del vostro originale.

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L’illusione del “cosa” è il “come” dell’illusionista…

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G: Grazie ROBOTpadre.

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Fine.

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